Risuonano, nei locali più in della costa adriatica le note di Gianna, Il cielo è sempre più blu; le note di Rino. Ma sono davvero le sue note, sono davvero loro, che saltano, si dimenano in abiti griffati con i mano mojto e gin tonic, quelli che amano Rino? E' come se il cantautore romano si portasse dietro quell'eterna contraddizione fra sacro e profano, tra poesia e ballata, tra commerciale e cantautorale che l'ha caratterizzato in tutta la sua carriera. Non amava Gianna, non amava quello che Gianna rappresentava: una canzone da Sanremo. Ma Rino è di tutti, voleva essere di tutti; la TV e una canzone orecchiabile furono la via più breve. Ora di nuovo grazie ad una fiction che racconta la sua vita, e ad uno spot con Berta filava orrendamente tagliuzzata, Rino risuona. E sento che c'è qualcosa di sbagliato. Ma la risposta l'ha data lui nel 1978, a Sanremo, si ok c'era, ma come c'era, è questo il punto. Peccato mi manchi il coraggio di presentarmi in un cocktail bar in frac, tuba e medagliette. Ma c'è un altro Rino, che risuona nella testa e nei cuori, che urla al popolino, quello vero, con La zappa il tridente il rastrello e la forca. Io ho Tu, forse non essenzialmente tu (inguaribile romantica), un amico molto caro lo trova in Io scriverò (inguaribile pensatore) ma, a guardar bene, c'è il vero Rino anche dove ormai sembrava perduto...Si, proprio nelle strofe di Gianna
"Gianna difendeva il suo salario, dall'inflazione""Gianna non perdeva neanche un minuto, per fare l'amore"