martedì 15 giugno 2010

Italia - Paraguay 1-1

Nella pioggia di Cape Town, l'Italia si presenta agli occhi del mondo dopo aver riconsegnato (e qui sarebbe meglio dire dopo essersi fatta riconsegnare) la coppa vinta a Berlino in uno di quei caldi giorni di inizio luglio, così lontani anche come temperatura dalla pioggia sudafricana. Che scende giù a secchiate, mortificando in parte la buona volontà con cui gli azzurri partono contro il Paraguay e che costringono le due formazioni a scontrarsi soprattutto nella parte centrale del campo. Gli 11 di Lippi si schierano con 3 giocatori avanzati a supporto del solo Gilardino, ma dei tre il solo Pepe cerca di rendersi pericoloso in avanti, mentre Marchisio annaspa tra le due linee e Iaquinta non ha più lo spunto per saltare l'uomo sulla sinistra. Dietro di loro, De Rossi e Montolivo fanno un gran lavoro per recuperare più palloni possibili e far ripartire la manovra, supportati da un buon Cannavaro, i cui anticipi ricordano quelli delle notti magiche di quatto anni fa. Completano lo starting 11 l'altro centrale Chiellini e i laterali Zambrotta e Criscito. La squadra parte con un buon piglio, decisa a cercare da subito di avanzare e di conseguenza schiacciare indietro i pur volenterosi paraguaiani, per una ventina di minuti sembra riuscire questa tattica, poi i sudamericani prendono coraggio e si affacciano più spesso dalle parti di Buffon, pur non mostrando una gran tecnica individuale. La gara scorre via tra scontri e frequenti cambi di fronte, finchè da un calcio da fermo il Paraguay passa inaspettatamente in vantaggio, e sì che da giorni le loro qualità nel gioco aereo venivano amplificate dai media nazionali. Da uno spiovente abbastanza lento calciato dalla trequarti, Alcaraz riesce a beffare di testa De Rossi e Cannavaro, con Buffon immobile. Esultano i biancorossi, che fino a quel momento si erano limitati a controllare e a buttare la palla più lontano possibile sulle poche sfuriate azzurre. La ripresa, che vede Marchetti sostituire l'infortunato Buffon, comincia sulla falsa riga del primo tempo, con i nostri propositivi alla ricerca di un meritato pareggio. De Rossi e Montolivo continuano a padroneggiare la zone centrale del campo, mentre Marchisio prova a rendersi utile indietreggiando di qualche metro, ma anche qui con scarsi risultati. Gli azzurri hanno il merito di non affannarsi troppo nei lanci in avanti ma di cercare di costruire palla a terra delle azioni pericolose. Il vero problema è che l'unico sbocco che i ragazzi di Lippi trovano è sulla sinistra, dove dalla ripresa si è spostato l'ottimo Pepe, migliore in campo a fine gara assieme ad un Montolivo incisivo e finalmente determinato come poche volte si era visto in azzurro. Come il primo gol, il pareggio italiano giunge in una fase in cui il Paraguay controlla senza troppi affanni il risultato: corner di Pepe, Villar incredibilmente a vuoto scavalcato dalla palla e De Rossi con una zampata da attaccante pareggia i conti. E' giusto così, pensiamo tutti. Il pareggio vivacizza la gara, più occasioni da entrambe le parti, e dalle panchine entrano in campo prima Camoranesi per uno spento Marchisio, poi forze fresche in attacco: Santa Cruz e Cardozo per gli avversari, Di Natale per Gilardino tra i nostri. Camoranesi pasticcia spesso ma la sua esperienza gli permette quantomeno di entrare nel vivo dell'azione, Iaquinta continua a non toccare palla anche muovendosi verso il centro, dove Gilardino era stato un ottimo appoggio sui rilanci della propria difesa. Gli ultimi 20 minuti vedono gli italiani provare a proporsi in avanti, con un destro rasoterra di Montolivo e un paio di cross pericolosi, su cui però l'estremo difensore Villar non ripete l'errore di qualche minuto prima. Nei pochi break non coperti dalla fascia mediana, i paraguaiani provano ad affacciarsi avanti, ma Chiellini e Cannavaro sono ispirati e rischiano solo su un rilancio sbilenco di Criscito, che Vera non riesce a concretizzare. Di Natale non ha il tempo di entrare in partita e sbaglia un paio di appoggi nella voglia di strafare, la sensazione è che Lippi potesse buttarlo dentro almeno 10 minuti prima e al posto di Iaquinta. Da questi primi 90 minuti emerge abbastanza chiaramente la mancanza di un giocatore ispirato davanti ai due di centrocampo, che possa servire meglio le punte, e vista la pessima figura di Marchisio chissà che Lippi non pensi di avanzare Andrea Pirlo nel momento in cui sarà recuperato. Ma è davvero troppo presto per pensarci, con due partite e 6 punti da portare a casa.

I migliori: Pepe, Montolivo, De Rossi
I peggiori: Marchisio, Iaquinta