venerdì 10 dicembre 2010

Due anni

Ieri sono passati due anni da quando ci ha lasciato, il nonno, e neanche a farlo apposta proprio ieri mi tornava in mente una cosa. 
Il fatto che lui nell'ultimo periodo provasse qualche volta a chiedermi come mi trovavo a Roma, col lavoro, se stavo bene, mi diceva Anch'io sono stato a Roma quando ero giovane, quante camminate, quanti chilometri ho fatto a piedi per Roma. Secondo me aveva timore che io stessi qui a malincuore, che soffrissi la città. Poi lui con me era di poche parole e non andava troppo oltre, le nostre chiacchierate raramente duravano più di 10 minuti, non mi incalzava con le domande come invece mi aspetto dai miei parenti data la mia indole silenziosa. A lui basta poco, ho sempre pensato, e per paura di annoiarlo o peggio di vendermi per quello che non ero, gli raccontavo quel poco della mia vita che pensavo potesse renderlo fiero di me. E poi ho scoperto che lui, quando non c'ero, ha più volte chiesto a papà se lavorassi in Telecom, se lui ricordasse bene e se non fosse il nipote di qualche suo amico a lavorare in Telecom, e ogni volta papà gli diceva Sì, ti ricordi bene, lavora lì in ufficio. E il nonno ogni volta diceva Ah sì, lui fa quello che risponde al telefono.