giovedì 10 febbraio 2011

Skype, Vodafone, i filtri sul VoIP e tutto quello che probabilmente sapete già

Avrete sicuramente saputo dei filtri (blocchi, stop, filo spinato, come volete) al traffico p2p e VoIP che interessa i clienti mobili di Vodafone. In sostanza per i clienti mobili di Vodafone a cui è offerta la connettività dati con sim ricaricabile o abbonamenti di fascia bassa - per ora non sono interessate le internet key - non c'è più la possibilità di utilizzare i servizi VoIP, Skype per primo, in quanto non rientrano nell'offerta commerciale di questa fascia di contratti, e pertanto i blocchi sono stati di recente messi in funzione in rete di accesso. A sbatterci il muso sono stati coloro che tramite smartphone si sono trovati di fronte a chiamate mute se non direttamente abbattute.

Il discorso meriterebbe di essere affrontato da più punti di vista, sia come opportunità ma anche a livello di trasparenza delle offerte, convenienza delle offerte stesse, neutralità della rete.
Ponendosi dal lato dell'operatore mobile, è chiaro come la connettività dati e soprattutto le offerte flat facciano da canale di trasporto per i servizi più disparati, non solo quelli che ho citato. Sul p2p c'è effettivamente un problema dimensionale della rete, che rischia di saturarsi tanto più quanti sono le utenze che ne fanno uso, e dal momento che la rete mobile dove comunque poter offrire servizi a tutti i clienti ci si pone il problema di non saturare le risorse. Opportunità, dicevo. 

Sul voip il discorso è del tutto diverso. Soffermandoci all'esempio di Skype - se non altro in quanto client più diffuso - si può dire stimare la banda necessaria per una singola chiamata in 20-25 kbit/s. Parliamo di requisiti sostanzialmente irrisori se paragonati ad altri servizi fruibili tramite la connessione dati 3G, quali lo streaming video, YouTube, online gaming ecc.
Diceva Colao (AD di Vodafone) un anno fa scarso: "L’accesso alla rete deve essere venduto sul mercato in maniera diversificata, non possiamo avere la stessa rete usata per il traffico dati business e per il download di canzoni allo stesso prezzo. Dovremo segmentare la rete in diversi modi, anche con 15 o 20 gradini. Nessun cliente può far degradare l’esperienza di altri clienti" * . Allora è vero che tutto fra brodo, ed è vero anche che non abbiamo dati alla mano per contraddirlo, ma parlando genericamente si può dire che filtrare il voip non consente all'operatore di tenere la rete scarica.

La differenza è che rispetto agli altri servizi ai quali l'operatore mobile si limita a garantire l'accesso, sul traffico voce l'operatore mobile ha la sua alternativa "tradizionale", sulla quale ha costruito buona parte dei fatturati in passato. E quindi non si rassegna a fare da semplice trasporto, ma vuole in qualche modo preservare il business, è la direzione che Vodafone ha preso e non si esclude che lo facciano anche gli altri operatori.

Come rimodulazione delle offerte, quello che Vodafone rimarca è che i piani differenziati sono stati da tempo lanciati come offerta, e questi prevedono che ci sia una classe di utenti non interessati al servizio voip a cui è data la possibilità di pagare meno. Tutto vero, e come trasparenza dell'offerta e garanzia di accesso per tutti non ho nulla da dire. Peccato però che toccando il tasto economico l'operazione sia a tutto svantaggio dei clienti stessi. Mi spiego meglio, chi prima aveva un piano chiamiamolo di fascia medio-bassa e su cui usava tranquillamente Skype su connessione dati 3G - perché poteva o per mancanza di filtri - ad oggi non può più farlo ma deve rimodulare la sua offerta ad una fascia più alta.
Vuoi il voip? Lo paghi di più. O per dirla in altri termini, tu cliente non pagherai come chiamate voce le tue conversazioni Skype-o-affini, ma pagherai di più come flat la connessione dati. O anche, i vantaggi del voip su internet dividiamoli a metà (e perché mai?!? direbbe qualcuno).

Sul binario adiacente viaggia la discussione sulla neutralità della rete, sulla quale utenti e provider di servizi web si sentono spesso traditi e su cui gli organismi internazionali (vedi ultima direttiva della FCC, quella invece prevista per Maggio 2011 nella UE) si sono sempre pronunciati in maniera quantomeno debole, in certi casi ambigua.
Come base di principio poter discriminare l'accesso ad un servizio a vantaggio di altri sembrerebbe essere considerata una violazione ai principi di base su cui c'è piena condivisione. E' vero però che il diverso trattamento che le reti di accesso mobile di nuova generazione potrebbero ricevere all'interno delle normative in questione lascia una zona di grigio su cui gli operatori mobili potrebbero scrivere le regole del gioco a proprio vantaggio. Fino a che qualcuno non inventerà un modo di aggirare le restrizioni, e la storia recente ha mostrato come l'eterna lotta tra chi pone paletti e chi non ne vuole spesso vede vincitori i secondi.



* la citazione di Colao è estratta da un post di TelcoEye che trovate qui.