lunedì 14 luglio 2008

La tua ragazza è adorabile Hubbell

In passato credevo, forse fuorviata da una credenza adolescenziale, che gli uomini si divedessero in due categorie: quelli che decidono di avere al proprio fianco una ragazza semplice e quelli che invece accettano di confrontarsi con qualcuna un po’ più complessa. Spiegazione della mia singletudine: la mia ovvia complessità e il relativo terrore maschile. Ammettiamolo, un alibi da professioniste. Poi si cresce, le cose cambiano, le teorie sulla propria visione del mondo, e degli uomini, cambiano.

Ma eccola ricomparire, la mia vecchia visione dei sessi, in una delle ultime puntate della seconda stagione della favolosa serie targata HBO, Sex and the city. Riassumo per i profani.

Karrie e Mr. Big sono coinvolti nell’ennesimo tira e molla. Lui ha lasciato lei perché non riesce a darle quello che vuole, il tristemente noto “di più…”. Si incontrano per caso, ad una festa, lui è in compagnia di una bellissima ventisettenne e comunica a Karrie il loro imminente matrimonio. Ciò che Big non è stato in grado di dare a lei lo sta dando ad un’altra. Ne discute con le amiche a pranzo ed improvvisamente, eccola lì, la spiegazione dell’assurdo comportamento; Mr. Big è “Hubbell” ! No, non è slang americano, è solo il nome del protagonista di uno stupendo film di Sydney Pollack, Come eravamo





Troppi rimandi cinematografici? Guardate il video e capirete. Da parte mia rimanga una riflessione: non mi piacciono le generalizzazioni, figuriamoci quelle da telefilm americano. Forse quello della “ragazza complicata” è solo un alibi da single incallite ma credo che nessuna “ragazza semplice” si sia mai posta il problema di esser tale, non capisco perché dovrei farlo io. Certo, loro alla fine vengono scelte, ma datemi retta, non è sempre così, c’è ancora qualche insospettabile in cerca di complessità in giro.