mercoledì 2 luglio 2008

Facce da metro

Dovete sapere che abitando a Roma devo prendere la metro la mattina per andare a lavoro e naturalmente anche la sera per tornare, il che mi permette di avere 2 finestre di osservazione delle abitudini della gente in questo antico mezzo di locomozione della capitale. Antico non solo perchè introdotto molti anni fa come mezzo in sè ma a Roma in particolar modo perchè i treni che viaggiano sulla linea B sono dei prototipi dei primi esperimenti di trasporto su rotaia indoor (pensate che un tempo la gente la chiamava cosi e ogni volta che ne parlava non ometteva nessuna parola).
Insomma in metro si incontrano un sacco di facce, gente che va a lavorare come me e si sveglia presto la mattina, ora io la mattina non mi guardo neanche in faccia da solo, figuriamoci se mi posso mette a guardare la gente come si è vestita o se ha i calzini dello stesso colore, però poi mi accorgo che invece l'altra gente si guarda attorno, certi guardano chi è vestito peggio di loro così la giornata parte subito bene, certi osservano la borsa della signora vicina, che nel frattempo sbraita verso il signore che ha aperto il finestrino, se lo ha aperto, altrimenti contro un altro signore che chiude il finestrino.
Poi ci sono quelli che rimangono immobili senza guardare nessuno e non si muovono neanche se il treno si svuota, quando è pieno si mettono nel loro angoletto e lì rimangono fino a fine corsa, anche se sono rimasti soli sulla carrozza. Poi ci sono i rapaci del posto a sedere, che riescono a passare sotto a giornali, mani, piedi e chiedendo un bugiardissimo permesso al malcapitato di turno che ha l'unica colpa di stare in piedi davanti a chi si è appena alzato per scendere, stendono le loro chiappe (si può dire chiappe su Internet?) con un grugno di soddisfazione. Tra i migliori rapaci ricordiamo le vecchiette bassissime che pensavo ci fossero solo a Milano, tant'è che anche quelle romane per loro conformazione parlano milanese stretto, dai avete capito quali sono.

Come non ricordare poi i lavoratori incravattati da poco, che guardano il loro "biglietto da visita in seta" con soddisfazione e se lo aggiustano appena possono, rischiando di cadere ad ogni frenata della vettura, che arriva con puntualità svizzera, da che io ho sempre pensato che l'autista della metro abbia una telecamera puntata all'interno e che quindi freni quando vede qualcuno che non si tiene. Invece gli incravattati di vecchia data hanno solitamente il primo bottone della camicia sbottonato e il nodo della cravatta che conseguentemente è sceso fino a diventare una cinta di riserva, solitamente si raggruppano a branchi e parlano dei massimi sistemi ma solo fino a Piramide, poi c'è troppo vento dentro e smettono proprio di parlare.
Qualche volta ci sono pure i matti oppure i molestatori, che puntano la preda sulla banchina, maschio o femmina che sia, e cercano in tutti i modi di salirle vicino all'arrivo del treno, il più delle volte prendono gran sberle ma non dalle vittime bensì dalle porte che si chiudono o da chi per scelta sta in piedi vicino alla porta, che poi questi sono un'altra categoria a parte.
Io non lo so di che categoria faccio parte, non porto la cravatta e non pretendo di sedermi sempre, qualche volta però mi metto vicino alla porta, cosi esco prima, ma solo se non ci sono quelli che stanno vicino alla porta che ormai li riconosco dalla faccia, in quei casi me ne sto per i cavoli miei, vicino a qualcuno con la cravatta che mi guarda la mattina presto per sentirsi meglio.